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PARROCCHIA SS. ANGELI CUSTODI - Diocesi di Roma

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Una bella domanda e…acqua pura!

Una bella domanda: “Il Signore è in mezzo a noi sì o no?” (I Lettura). Ma la risposta, gli Israeliti, la conoscevano molto bene ed era positiva. Presi da grande irritazione e dalla paura di morire, mostravano di essersi scordati di quanto già il Signore Dio aveva compiuto per loro, in particolare la liberazione dalla schiavitù d’Egitto.

Perciò quella domanda sulla bocca degli Ebrei era un po’ maldestra!

Lo prova, infatti, il Salmo responsoriale 94:“…mi misero alla prova, pur avendo visto le mie opere!”.

E’ uscita mai dalla nostra mente una simile domanda? “C’è o non c’è?”. La risposta l’abbiamo, e abbiamo anche certificato la sua Presenza tantissime volte, per esempio rivolgendosi a lui nella preghiera, andando ad incontrarlo nell’Eucarestia, inginocchiandosi davanti a Lui per essere perdonati, assistendo un malato o un anziano. C’è! 

Come vivo questi intimi momenti in questo tempo quaresimale?

Dobbiamo allora tornare a riesaminare la nostra vita, a cominciare dal più recente passato, per ricordare e riconoscere con quanta gratitudine abbiamo ringraziato Dio per il suo molteplice intervento, e che, magari, non abbiamo nemmeno corrisposto.

 La samaritana del Vangelo era ingolfata già, da tanto cibo, forse anche un po’ indigesto. Le mancava l’essenziale, una forza rigeneratrice, capace di sviluppare vita.

Il Signore aveva preparato tutto, quella donna non la voleva perdere…anche perché era samaritana, una mezza pagana!

Dove c’è acqua c’è vita. L’opera di Gesù: dare acqua, dare salute, cioè dare vita. La donna cercando l’acqua del pozzo voleva rifocillare la vita fisica! Il Signore la guida invece a scoprire la vita vera.

Diceva bene Flannery O’ Connor (scrittrice americana cattolica 1925-1964): “Dio mi sta dando nutrimento e quello per cui sto pregando è un appetito”.

E così nel colloquio tra elementi di materialità (l’acqua del pozzo) e di spiritualità (l’acqua di Gesù), la samaritana scopre una sorgente perenne e gratuita di un’acqua particolare che penetra nell’anima e le da’ vita, cosicché anche il corpo (in tutta la sua completezza) possa essere rigenerato nella bontà e nella salute divina. Ella l’affermava, infatti anche senza rendersene conto: …dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire…”.

Infine, non aveva più bisogno della sua brocca. Lei si era trasformata in quella Maria che si nutriva non del cibo di Marta, ma di quello così salutare e abbondante di Gesù. Come faceva anche Gesù, che si nutriva dall’Alto: “Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete”.

Questo tempo particolare e sacro della Quaresima è fatto apposta per farci venire più fame e più sete di Lui “…a rimedio del peccato” e perché “ci sollevi la sua misericordia” (Colletta).

E’ un’occasione d’oro per purificarci da quelle acque e liquami vari che ci hanno avvelenato nel passato.

Viene la nostalgia dell’acqua del Poverello d’Assisi: “Laudato si’, mi’ Signore, per sor’acqua la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta”.

Con l’acqua di Gesù potremo diventare anche noi così e avere la possibilità di offrire la nostra “acqua” ad altri assetati.

Come non pensare alle sorgenti d’acqua sanante sgorgate dai santuari mariani: La Salette, Lourdes, Fatima, ecc. La Madre continua, con insistenza, l’opera del Figlio. Ci saranno gli assetati?

“Il Signore è in mezzo a noi sì o no? Ecco l’aiuto per la risposta giusta: Sono io che parlo con te”, cui si aggiunge quella dei samaritani: “…noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo”.

Qual è la mia risposta? Che cosa cercherò di migliorare in me durante questa settimana?

“Quanto ciascun cristiano è tenuto a fare in ogni tempo, deve ora, in Quaresima, praticarlo con maggior sollecitudine e devozione, perché si adempia la norma apostolica del digiuno quaresimale consistente nell’astinenza non solo dai cibi, ma anche e soprattutto dai peccati.” (San Gregorio Magno, Papa).

p.GP